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Imola Bertozzi e Casoni Tranche de vie a Palazzo Tozzoni Museo San Domenico e Rocca Sforzesca di Imola Musei

 


Bertozzi e Casoni Tranche de vie a Palazzo Tozzoni Museo San Domenico e Rocca Sforzesca di Imola Musei “Bertozzi & Casoni. Tranche de vie”, tre sedi per una grande mostra nella loro Imola. Dal 28 ottobre 2023 all’18 febbraio 2024 la cittadina romagnola dedicherà ampio spazio al celebre duo artistico, con un evento espositivo che coinvolgerà tutti e tre i musei pubblici imolesi: Palazzo Tozzoni, Museo San Domenico e Rocca Sforzesca. Curata da Diego Galizzi, direttore di Imola Musei, la mostra è organizzata dal Comune di Imola – Imola Musei, grazie al supporto di diversi soggetti locali tra i quali la Cooperativa Ceramica di Imola, partner principale del progetto. Per il sindaco di Imola, Marco Panieri, “La mostra “Bertozzi&Casoni. Tranche de vie” rappresenta il giusto tributo che la città di Imola dedica a Bertozzi&Casoni, artisti di talento, dotati di grande virtuosismo tecnico, che hanno vissuto la ceramica come territorio di ricerca e sperimentazione, senza confini, affermandosi a livello internazionale. Facendo di Imola la propria “casa”; proprio quella Imola che della ceramica si è nutrita storicamente e si nutre tutt’oggi, rendendo questo materiale un protagonista nobile dello sviluppo in tutte le sue valenze, da quelle industriali a quelle artistiche. Con questa mostra abbiamo accettato una sfida difficile, che è nata come un sogno, e ringraziamo tutti coloro che – artisti, il curatore, gli sponsor, i dipendenti dei nostri musei – ci hanno permesso di realizzarla”. “Con questa mostra – evidenzia l’Assessore alla cultura, Giacomo Gambi – la città che da più di quarant’anni è la sede delle loro creazioni vuole dedicare a Bertozzi & Casoni un importante e doveroso tributo, facendo dei propri musei civici il teatro di un evento espositivo diffuso che ne celebra il genio artistico e ne racconta, quasi in qualità di testimone, il percorso che li ha portati a crescere e affermarsi”. Il legame tra la città e gli artisti ha trovato occasione di ulteriore consolidamento con la donazione del 2022 a Imola Musei di un gruppo particolarmente significativo di opere, ora collocate nel percorso permanente del Museo San Domenico, tra le quali spicca la monumentale scultura “Scegli il paradiso” (1997), un lavoro tra i più noti e paradigmatici, unanimemente riconosciuto come lo snodo fondamentale a partire dal quale le sperimentazioni di Bertozzi & Casoni hanno iniziato a calcare terreni fino ad allora inesplorati. “Bertozzi & Casoni – commenta il curatore, Diego Galizzi – si sono imposti nel panorama dell’arte contemporanea come dei veri rule breakers, capaci di scardinare regole e preconcetti, e di rivoluzionare il modo stesso di intendere la ceramica artistica. Una visione, la loro, di enorme attualità e importanza, che attraverso la meraviglia mette in discussione le nostre categorie mentali e ci interroga continuamente”. Il cuore del progetto espositivo – che si sviluppa in tre distinte sezioni ognuna in uno dei musei imolesi – si svolge nei sontuosi saloni di Palazzo Tozzoni (“Tranche de vie”), dimora nobiliare che sin dagli anni settanta è entrata a par parte, completa di tutti gli arredi, del patrimonio pubblico della città e che oggi è una interessantissima casa-museo aperta al pubblico. Qui le opere di Bertozzi & Casoni dialogano con gli ambienti e le suppellettili originali del palazzo, in un percorso di evocazione e riattualizzazione della vita quotidiana dei conti Tozzoni attraverso le spiazzanti trovate creative del duo artistico. La propensione allo stupore, l’innato senso di ironia e il linguaggio orientato a una mimesis spericolata e accattivante trovano in questo splendido scenario un’occasione unica per slanciarsi in un mirabile gioco di scambio tra realtà e finzione. “Ciò che a Palazzo Tozzoni si mette in scena – aggiunge Galizzi – non è una mostra tradizionale, piuttosto una installazione corale orientata allo spaesamento, dove gli attori chiamati a dar voce a questo “laboratorio del dubbio” sono, insieme, gli arredi, le suppellettili e le opere d’arte proprie della casa-museo, e i selezionati lavori di Bertozzi & Casoni”. Opere – se ne contano più di trenta lungo il percorso – che rappresentano all’incirca l’ultimo ventennio della loro attività e per le quali sono noti in tutto il mondo: le variegate forme di vanitas, gli accumuli di scarti della vita quotidiana, le pile di ossa, le impreviste irruzioni di animali spesso rappresentati come beffardi reduci che si ergono sulle reliquie della nostra società consumistica. “In nuce. 1980-1997” è invece il titolo della sezione allestita nel quadriportico del Museo San Domenico, che contrariamente a quella di Palazzo Tozzoni è un percorso tutto improntato alla narrazione. Una mostra inedita, che per la prima volta vuole raccontare – in un certo senso – Bertozzi & Casoni prima di Bertozzi & Casoni, prima cioè che la messa a punto di quel linguaggio così originale e di rottura che oggi caratterizza inequivocabilmente il duo imolese facesse erompere la loro proposta artistica in qualcosa di più ampio e universalmente riconosciuto. Ricca di una sessantina di pezzi, la mostra mette in luce le ricerche e le fasi espressive degli artisti a partire dai primi anni Ottanta fino all’incirca alla metà degli anni Novanta. Punto d’approdo della mostra è la svolta degli anni 1997-98, a cui Bertozzi & Casoni giungono con opere che si fanno via via più monumentali e aperte a materiali nuovi e a lavorazioni più complesse. Lavoro emblematico di questo passaggio a una nuova fase è “Scegli il paradiso” (1997), opera piena di significati simbolici; collocata nelle collezioni permanenti del museo al piano superiore, la monumentale Madonna col tosaerba nel giardino del Paradiso si offre ai visitatori come chiusura ideale della mostra e anticipazione di una nuova avventura creativa. Se la sezione della mostra allestita a Palazzo Tozzoni rappresenta il cuore del progetto espositivo, l’istallazione alla Rocca Sforzesca “La morte dell’eros” assume senza dubbio il valore di un punto culminante dal punto di vista visivo e emotivo. Sotto la secolare volta in mattoni della torre sud-est della rocca, immerso in un’atmosfera spoglia e austera, si consuma il suicidio di Eros, raffigurato dagli artisti in forma di fauno, emblema della pulsione erotica. “La morte dell’eros” rappresenta uno dei progetti più lunghi e travagliati di Bertozzi & Casoni. Concepita già nel 2000, l’opera ha rappresentato per anni una vera sfida inventiva e tecnica per gli artisti, cui si è speso soprattutto Stefano Dal Monte Casoni, recentemente scomparso. Il compimento dell’impresa ora, a pochi mesi dalla perdita di una delle due anime della “ditta del bersaglio”, è un significativo segnale di quanto tra i due artisti si sia portata a compimento una sorta di osmosi creativa, grazie alla quale, ancora, tutto è possibile. Bertozzi & Casoni. Tranche de vie Imola (BO), 28 ottobre 2023 – 18 febbraio 2024 a cura di Diego Galizzi Progetto espositivo diffuso nei tre musei pubblici imolesi Sezione #1: “Tranche de vie” (Palazzo Tozzoni) Sezione #2: “In nuce. 1980-1997” (Museo San Domenico) Sezione #3: “La morte dell’eros” (Rocca Sforzesca) Organizzazione: Città di Imola / Imola Musei Partner principale: Cooperativa Ceramica di Imola Patrocini: Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna; EPCF – European Parliament Ceramics Forum Imola-Bertozzi-e-Casoni-Tranche-de-vie-a-Palazzo-Tozzoni-Museo-San-Domenico-e-Rocca-Sforzesca-di-Imola-Musei Manifesta ArtMag : Mlb Galley Funambolismi Tra Bertozzi e Casoni e Spoerri in un dialogo con Achille Funi a Ferrara - https://manifesta7.blogspot.com/2023/10/Mlb-Galley-Funambolismi-Tra-Bertozzi-e-Casoni-e-Spoerri-in-un-dialogo-con-Achille-Funi-a-Ferrara.html p Per informazioni: Imola Musei Bertozzi & Casoni è una società fondata nel 1980 a Imola da Giampaolo Bertozzi (1957) e da Stefano Dal Monte Casoni (1961-2023). Le loro opere si muovono nel solco della tradizione dell'arte, facendo emergere rinnovate forme significanti, tra ancestrali simbologie e nuovi idoli contemporanei. Tra insolite composizioni e sorprendente capacità di mimesi, la sapienza tecnica sfida incessantemente la materia ceramica, indagando tutto ciò che appare caduco, transitorio e impermanente. Rifiuti e scarti si stratificano e si alternano alla grazia e alla potenza di forme vegetali e animali, continuando a rinnovare la grande categoria artistica della vanitas e interrogando silenziosamente la natura della condizione umana. La critica, i musei e le più importanti gallerie d'arte nazionali e internazionali si interessano al loro lavoro. Tra le occasioni espositive si ricordano: Tate Liverpool, Quadriennale di Roma (2004), Sperone Westwater, New York (2005, 2010, 2015), Ca' Pesaro, Venezia (2007), Castello Sforzesco, Milano (2008), Biennale di Venezia (2009, 2011), All Visual Arts, Londra (2012), Museum Beelden aan Zee, l'Aia e Beck & Eggeling, Düsseldorf (2013), Palazzo Te, Mantova (2014), Expo, Milano e Mambo, Bologna (2015), GAM, Palermo e Macist, Biella (2016), Museo di Palazzo Poggi, Bologna e Pinacoteca Civica, Ascoli Piceno (2017), Rossi & Rossi Gallery, Hong Kong (2018), Marca, Catanzaro e Museo Morandi, Bologna (2019), Complesso di Sant’Agostino, Pietrasanta (2020), Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (2022). “Bertozzi & Casoni. Tranche de vie” Imola (Palazzo Tozzoni / Museo San Domenico / Rocca Sforzesca) 28 ottobre 2023 – 18 febbraio 2024 Imola e i suoi musei Una mostra, tre sezioni espositive e quasi un centinaio di opere di Bertozzi & Casoni invadono i musei della città Imola Musei “Imola Musei” è la denominazione che identifica e riunisce i tre istituti museali civici gestiti direttamente dal Servizio Musei e Attività Espositive del Comune di Imola: il Museo San Domenico, Palazzo Tozzoni e la Rocca Sforzesca. Tre realtà culturali pubbliche dal grande valore artistico e storico, ognuna con la propria anima, la propria vocazione, le sue storie da raccontare. Il Comune di Imola riconosce nei musei uno strumento attuale ed efficace per la crescita culturale e civile della comunità, ed è per questo che l’impegno di Imola Musei è quello di assicurare non solo un’adeguata conservazione ma anche un’attiva valorizzazione delle collezioni museali cittadine, affinché la cittadinanza tutta possa ritrovarvi i valori identitari e culturali su cui costruire il proprio futuro. Direttore Imola Musei: Diego Galizzi. Dirigente dell’Area Servizi per la Cultura del Comune di Imola: Luca Rebeggiani. Palazzo Tozzoni Via Garibaldi, 18 e viale Rivalta, 93 - Imola Per cinque secoli la famiglia Tozzoni ha abitato le stanze del palazzo su via della Fortezza, ora via Garibaldi. Toscani d’origine, si trasferirono a Imola nel corso del Quattrocento ed acquistarono due case contigue che solo tra 1726 e 1738 vennero trasformate in palazzo. Il linguaggio architettonico è quello scenografico del Sei-Settecento bolognese, testimoniato dall’ampio scalone d’ingresso a due rampe sul quale spiccano le statue di Francesco Janssens, accompagnate nella decorazione dagli stucchi del ticinese Giovan Battista Verda. L’approdo dello scalone è un grande salone di rappresentanza, dove si può ammirare ciò che rimane della collezione di dipinti che i conti Tozzoni possedettero in numero importante. È dal salone che si dipartono due appartamenti: quello cosiddetto Barocchetto, costruito tra 1736 e 1738, e quello Impero. Se nel primo il gusto è quello del barocco emiliano più aggraziato ed elegante, nel secondo, realizzato nel 1818, il gusto è quello del neoclassico puro, grazie all’impegno di artisti e artigiani faentini. Una menzione particolare va riservata all’archivio, una grande stanza che conserva dentro pareti-armadio, i documenti relativi all’attività del palazzo tra la fine del Quattrocento e gli anni Settanta del secolo scorso, quando il palazzo con tutto ciò che conteneva venne donato alla città. In archivio è esposto un oggetto molto particolare: il manichino a grandezza naturale di Orsola Bandini Tozzoni, che il marito Giorgio Barbato fece realizzare dopo la morte della sua sposa. È la memoria perenne di una moglie amata e un oggetto unico nel panorama museale italiano. Molte sono le sorprese che riserva il palazzo: la cucina padronale al piano terra, la sala da pranzo con l’apparecchiatura in porcellana francese e la cristalleria italiana, il salottino rosso delle seicentesche “Storie di Giuditta” che compaiono nelle lunette a mo’ di fregio nella parte alta delle pareti e infine la biblioteca, piccolo scrigno di tesori bibliografici. Museo San Domenico (Collezioni d’Arte della Città / Museo Giuseppe Scarabelli) via Sacchi, 4 - Imola L’ex convento dei domenicani, oggi Museo San Domenico, sorge nel cuore della città storica. La struttura duecentesca ha conosciuto diverse riedificazioni che hanno portato all’aspetto attuale dell’edificio con il dormitorio e due chiostri affiancati alla chiesa. Vi sono ospitati due diversi nuclei museali, il primo è quello delle Collezioni d’arte della città con seicento pezzi tra dipinti, sculture, ceramiche, disegni, arredi liturgici, monete e medaglie che sono i capitoli di una storia per immagini della cultura figurativa imolese dal Medioevo alla contemporaneità. Opere d’eccezione sono i dipinti cinquecenteschi di Innocenzo da Imola e Lavinia Fontana, le nature morte seicentesche di Francesco Codino, le ceramiche trecentesche e le medaglie rinascimentali tra le quali spicca quella dedicata a Caterina Sforza. Fanno parte di questo nucleo anche sei opere scultoree di Bertozzi & Casoni recentemente donate ai musei civici ed oggi parte integrante del percorso permanente, tra le quali la monumentale “Scegli il paradiso” (1997), un lavoro tra i più noti e paradigmatici del duo imolese. Il secondo è il Museo Giuseppe Scarabelli, il nucleo più antico dei musei imolesi, erede del Gabinetto di Storia Naturale fondato nel 1857, quando Giuseppe Scarabelli ed altri cittadini donarono le proprie collezioni al Comune con l’intento di preservarle dalla dispersione e renderle di pubblica utilità. Il trasferimento nel Museo San Domenico ha permesso di realizzare un nuovo allestimento rispettoso dell’eredità di Scarabelli e aggiornato su modalità espositive e comunicative contemporanee. La sua storia è raccontata nella prima parte del percorso, anche attraverso le donazioni che lo arricchirono durante la sua lunga vita. In questa sezione sono esposti anche oggetti etnografici provenienti dall’Africa e dal Sud America e una mummia egizia. La seconda parte mostra nelle vetrine originali gli oltre 25000 reperti che formarono il museo ottocentesco suddivisi nelle sezioni di Geologia, Archeologia e Scienze naturali. Sono attualmente in corso i lavori di ampliamento del complesso museale con la creazione di una nuova sezione dedicata alla Domus del Rasoio, uno scavo archeologico a vista che racchiude testimonianze di oltre duemila anni di storia. Un viaggio nel tempo che parte dall’età romana, quando la domus era abitata da una famiglia aristocratica, al successivo abbandono oltre cinque secoli dopo, fino a ritrovare nel XIII secolo, con l’insediamento dei frati domenicani, un’officina per la produzione di campane e più tardi un refettorio conventuale. Rocca Sforzesca Piazzale Giovanni dalle Bande Nere - Imola Fondata nel XIII secolo, la Rocca di Imola costituisce uno splendido esempio di architettura fortificata tra medioevo e rinascimento. Del periodo più antico conserva il portale con arco a sesto acuto, il mastio con le segrete, i suggestivi ambienti al piano terra e il terrazzo da cui la vista spazia su tutta la città e le vicine colline, l’antica torre ancora riconoscibile pur essendo inglobata nel torrione angolare di sud–est. Aggiornata alle moderne esigenze di difesa dalle armi da fuoco tra 1472 e 1484 per volere della corte milanese degli Sforza, si dota di rivellini esterni, torrioni angolari circolari, cannoniere decorate con ornati e emblemi della signoria Riario–Sforza e si impreziosisce di ambienti residenziali, come il Palazzetto del Paradiso. Nel 1502 nella rocca si incrociarono i destini di personaggi come Niccolò Machiavelli e Leonardo da Vinci, quest’ultimo chiamato dal Cesare Borgia a ispezionare le difese della città. Il passaggio al dominio pontificio segnò un mutamento di funzione della Rocca che da “ordigno difensivo” passò all’uso prevalentemente carcerario, ruolo assolto fino al XX secolo. Dopo un lungo periodo di restauri la Rocca venne riaperta al pubblico nel 1973 e nelle sale è oggi possibile visitare una ricca collezione di ceramiche e di armi. Omniars Magazine : Imola. Bertozzi e Casoni Tranche de vie a Palazzo Tozzoni Museo San Domenico e Rocca Sforzesca di Imola Musei - https://omniars.blogspot.com/2023/10/Imola-Bertozzi-e-Casoni-Tranche-de-vie-a-Palazzo-Tozzoni-Museo-San-Domenico-e-Rocca-Sforzesca-di-Imola-Musei.html - UrlTube Magazine - Achille Funi a Ferrara Palazzo dei Diamanti Un maestro del Novecento tra storia e mito inaugurata la mostra - https://facebooktwitteryoutubeflickr.blogspot.com/2023/10/Achille-Funi-Ferrara-Palazzo-dei-Diamanti-Novecento-inaugurata-la-mostra.html -




Omniars Magazine : Imola. Bertozzi e Casoni Tranche de vie a Palazzo Tozzoni Museo San Domenico e Rocca Sforzesca di Imola Musei -  https://omniars.blogspot.com/2023/10/Imola-Bertozzi-e-Casoni-Tranche-de-vie-a-Palazzo-Tozzoni-Museo-San-Domenico-e-Rocca-Sforzesca-di-Imola-Musei.html - -    

Manifesta ArtMag  : Mlb Galley Funambolismi Tra Bertozzi e Casoni e Spoerri in un dialogo con Achille Funi a Ferrara  -   https://manifesta7.blogspot.com/2023/10/Mlb-Galley-Funambolismi-Tra-Bertozzi-e-Casoni-e-Spoerri-in-un-dialogo-con-Achille-Funi-a-Ferrara.html -  da Francesco Bonazzi -

UrlTube Magazine - Achille Funi a Ferrara Palazzo dei Diamanti Un maestro del Novecento tra storia e mito inaugurata la mostra -   https://facebooktwitteryoutubeflickr.blogspot.com/2023/10/Achille-Funi-Ferrara-Palazzo-dei-Diamanti-Novecento-inaugurata-la-mostra.html -


ARSforum Art Magazine : MlbGalley Funambolismi BertozziCasoni a Ferrara -   https://arsforum.blogspot.com/2023/10/mlbgalley-funambolismi-bertozzicasoni.html -

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