giovedì 19 novembre 2009

Paolo Cavinato, Albedo. Project Room Galleria Dellearti, Cremona. Dal 27 novembre 2009 al 7 febbraio 2010

(Segn. F.Bnz) L'esposizione di  Paolo Cavinato alla Project Room Galleria Delleart e organizzata da Fondazione Dominato Leonense , si propone di far conoscere  gli esiti di dieci anni di lavoro artistico, un percorso di maturazione e di ricerca che ha portato Paolo Cavinato a riflettere sul ruolo della pittura oggi.



  la Galleria DelleArti ospiterà, dal 27 novembre prossimo, nel suo prestigioso spazio di Via Bonomelli a Cremona la mostra personale di Paolo Cavinato, giovane ed eclettico artista mantovano tra i più interessanti del panorama nazionale.



Le tele presentate al Dellearti sono imbevute di foglie sbriciolate, sassi, terra, gocce di colore rapprese; una tecnica originale e personale che, partendo dall'utilizzo del materiale raccolto dallo stesso artista nei suoi luoghi d'origine, trasforma l'opera in suggestioni di luoghi e situazioni reali.  Si può dire che è la luce la vera protagonista, non solo delle opere pittoriche, ma anche dei video e delle opere scultoree presentate in mostra.



Nelle opere di Cavinato, scrive Francesca Benetti nel testo critico Paolo Cavinato che accompagna la mostra: "..albe o crepuscoli ed elementi naturali in ricorrente alternanza compongono ricordi e sognano sogni nell'attesa dell'inizio".

Venerdì 27 novembre alle 19.30 l'inaugurazione di questo evento – di elevato interesse culturale per Cremona e provincia – si trasformerà in un incontro con l'artista e le sue opere: un momento che vorremmo condividere con tutti coloro che, come noi, amano la bellezza dell'arte e la sorprendente capacità creativa ed emozionale del paesaggio e della natura.

Vernissage aperto al pubblico: Venerdì 27 novembre 2009  - ore 19.30

Durata: dal 27 novembre 2009 al 7 febbraio 2010 Orari: lun.-dom. ore 11.00 – 22.00
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Paolo Cavinato è nato a Mantova nel 1975, dove vive e lavora.
Si è formato principalmente in progettazione scenica a Milano, all'Accademia di Belle Arti di Brera, e a Parigi e Roma, presso il rinomato Studio Ezio Frigerio.
Negli ultimi anni ha ottenuto diversi riconoscimenti, fra cui l'invito a partecipare al Forum di Dialogo Italo–Turco, organizzato dal Ministero degli Affari Esteri italiano, UniCredit Group, LIMES e SAM (Centre for Strategic Research del Ministero degli Affari Esteri turco) ed è Membro Associato della Royal British Society of Sculptors di Londra.

Tra i premi ricevuti, nel 2009 ricordiamo il Premio Artivisive San Fedele e nel 2008 il Premio Fondazione Arnaldo Pomodoro, Concorso internazionale per Giovani Scultori.
Negli ultimi anni ha esposto al Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Gazoldo degli Ippoliti (Mn), presso la Fabbrica Borroni di Milano, nella Fortezza da Basso di Firenze e in molte altre città italiane.

Testo critico alla mostra "Albedo", personale di Paolo Cavinato

Galleria Dellearti, Cremona

 

 

"La nerezza, nigredo, è lo stato iniziale: o preesistente come qualità della prima materia, del caos e della massa confusa, oppure provocato dalla decomposizione (solutio, separatio, divisio, putrefactio) degli elementi."     

C. G. Jung, Psicologia e alchimia

 

 

Francesca Benetti nel testo critico: "Paolo Cavinato sembra partire da qui, manipolazione di masse scure confuse e materiali naturali, organici e inorganici. Come in Palude, dove l'immagine appare in un'evanescenza che gioca con le impressioni della memoria. La tela è imbevuta di foglie sbriciolate, sassi, terra, conchiglie e gocce di colore rapprese: il supporto dell'opera è pesante nel suo raccogliere e rammemorare il passato, tesoro di bambino sulla sponda di un fossato e insieme morte. La luce striscia incerta nel mezzo e si fa passaggio, mentre si trattengono le forze per poter cambiare forma: albe o crepuscoli ed elementi naturali in ricorrente alternanza compongono ricordi e sognano sogni nell'attesa dell'inizio.

 

E l'inizio accade con Paesaggio Italiano: pulviscoli di una deflagrazione creatrice prendono tutto il posto, il posto del tutto, sono questo tutto che si fa luce, questa luce che si fa spazio, questo spazio che crea il vuoto affinché il nuovo trovi luogo. Vano. Vaso alchemico che contiene la prima metamorfosi: l'albedo. Il bianco dell'alba (sorge). Lo studio sullo spazio-soglia si arricchisce qui di un lavoro sul tempo-inizio: la tela con tutta la sua matericità sembra arretrare e lasciarsi oltrepassare, così come la nerezza si mescola all'abbacinare di una luce, impressione di un nuovo che sta per apparire. La luminosità pulviscolare di questo quadro, infatti, ricorda quella dell'opera di Turner e si porta appresso qualcosa di simile al movimento propulsivo del suo secolo. È il mondo quello che nasce in questa disgregazione, nello spazio di una prospettiva assoluta, ossimoro vitale, congiunzione dei contrari, ma contemporaneamente a prendere forma è anche un mondo – l'universo personale di Paolo Cavinato, il quale decide di parlare di questa soglia-inizio cosmogonica a partire da luoghi e oggetti minuti, vecchi di storie e significati: così le foglie, i sassi e la terra sono quelle dei suoi luoghi d'origine, così il supporto si costruisce su foglie marcite impressionate dall'acqua, coordinata esistenziale della sua pianura mantovana. E forse adesso possiamo comprendere anche la luce crepuscolare di alcune opere precedenti: la mente rimbalza all'Angelus di Millet, quadro amato dall'artista "per la luminosità atmosferica, l'idea di sacralità nella miseria della terra, nell'umiltà, nell'attesa."

 

Tuttavia i continui rimandi all'alchimia e alla pittura della Modernità non dovrebbero distogliere l'attenzione dalla contemporaneità dell'opera di Paolo Cavinato, che rielabora questi elementi alla luce dell'informale gestuale/astratto. Ognuna delle tracce materiche impresse (talvolta al modo di una fotografia sbiadita) riflette sé stessa, racconta la storia della sua fatica liberatoria e della sua disciplinata libertà di esprimere e creare mondi. In questo connubio tra materia-passato e forma- futuro le opere prendono la consistenza di un esercizio spirituale, in cui il gesto che aggiunge contemporaneamente è impegnato a togliere. Togliere cosa? L'inessenziale, ciò che sta tra noi e le cose, tra la consapevolezza del passato e il dischiudersi reale di un futuro.

 

Alla fine la trasformazione ha luogo in Specchio Alchemico. Sullo sfondo tattile e quasi scultoreo, muro sgretolato di uno spazio consunto, emergono oggetti d'oro, vortici impugnati dalla mano dell'uomo. La materia più vile e la sostanza più preziosa, così come vuole la tradizione alchemica, si trovano insieme a dare senso a questo spazio nuovo. L'uno e l'altro insieme, materia informe e forme del pensiero, concetti nuovi ad afferrare nuovi pezzi di realtà. Questa è la fine. E il nuovo inizio".


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Vernissage aperto al pubblico: Venerdì 27 novembre 2009  - ore 19.30

Durata: dal 27 novembre 2009 al 7 febbraio 2010 Orari: lun.-dom. ore 11.00 – 22.00

- Ingresso libero -


Dove:  Project Room Galleria Dellearti

c/o Dellearti Hotel
via Bonomelli 8, 26100 Cremona


Per informazioni:

Fondazione Dominato Leonense

Tel 030-9038463

www.fondazionedominatoleonense.it

www.dellearti.com


>> paolocavinato.net - Paolo Cavinato - Paolo Cavinato <<

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www.paolocavinato.net

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    Fondazione Dominato Leonense
Via Re Desiderio, 1 - 25024 - Leno (Brescia)
Tel.: 0309038463
www.fondazionedominatoleonense.it

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Omniars: Arte. PAOLO CHIASERA Hybris. Galleria Francesca Minini ...

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da Omniars  
PAOLO CHIASERA Hybris. Galleria Francesca Minini Milano. Fino al 9 Gennaio 2010. Al centro dello spazio troviamo La misura dell'errore, una vetrina che raccoglie i residui, gli errori, le false piste che hanno caratterizzato lo sviluppo ...

Omniars - http://omniars.blogspot.com/


Paolo Cavinato,  Albedo. Project Room Galleria Dellearti, Cremona. Dal 27 novembre 2009 al 7 febbraio 2010
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da Francesco Bonazzi -Vr-

Arte. PAOLO CHIASERA Hybris. Galleria Francesca Minini Milano. Fino al 9 Gennaio 2010



(segn. F.Bnz)

PAOLO CHIASERA potenzia il processo di slittamento creativo che ha visto Babbage modificare la struttura di Jacquard, ricostruendo la macchina del matematico inglese e trasformandola in uno strumento per l'amplificazione musicale. La struttura è realizzata in legno ed un sistema di diffusione sonora digitale le permette di diventare cassa armonica. La potenzialità di calcolo voluta da Babbage viene tradotta in potenzialità musicale.
PAOLO CHIASERA, Hybris

WWW.FRANCESCAMININI.IT


Hybrid, 2009, olio su tela, 30 x 30 cm
           

L'artista costruisce la mostra a partire da una riflessione sul lavoro del matematico e filosofo britannico Charles Babbage, il primo a progettare un calcolatore programmabile in ottone. Babbage si ispirò per la sua macchina per il calcolo, al telaio di Joseph Marie Jacquard, adattandone le schede perforate utilizzate nella produzione tessile.

   

 La macchina diffonde nello spazio una melodia nostalgica che evoca il suono di un carillon, il pezzo è composto da Andrea Portera ed eseguito dal pianista Andrea Lucchesini.
ll fallimentare tentativo di Charles Babbage di costruire una macchina per il calcolo diventa l'incipit del processo immaginativo di Chiasera che fa dell'imperfezione, dell'errore, un momento fondamentale per lo sviliuppo del progetto di mostra. L'errore è parte costitutiva, generativa dell'opera, il processo creativo sembra nutrirsi continuamente delle sue stesse rovine.

  1. Risultati illustrati per PAOLO CHIASERA

  2. Paolo Chiasera - Magazines




 E' l'imperfezione della macchina di Babbage, nel progetto dell'artista, a porre le basi della sua deriva poetica.
In mostra la macchina è posizionata nel secondo spazio espositivo mentre nella prima stanza una serie di opere suggeriscono al visitatore l'evoluzione del progetto evidenziandone alcuni aspetti fondanti.

Per

PAOLO CHIASERA Hybris. Galleria Francesca Minini Milano.
Fino al 9 Gennaio 2010


 Al centro dello spazio troviamo La misura dell'errore, una vetrina che raccoglie i residui, gli errori, le false piste che hanno caratterizzato lo sviluppo della ricerca. Si tratta di un metro di cenere prodotta dalla combustione degli scarti progettuali ed un libro che li documenta fotograficamente.


 Alle pareti le tre opere su carta Hybris rappresentano alcune parti della macchina di Babbage e tracciano un percorso di avvicinamento alle caratteristiche morfologiche e strutturali del macchinario funzionali al suo slittamento concettuale.
Sulla parete opposta le opere Approach to Identity sottolineano 3 aspetti fondamentali dello sviluppo del progetto: dispersione, implosione e analogia. La foresta evoca la dispersione, un disorientamento che può causare una momentanea perdita di rotta ma che spesso arricchisce la ricerca di stimoli inattesi; nella seconda opera l'esplosione nucleare in 15 foto subisce un paradossale processo di implosione, l'erosione progressiva dell'immagine a causa di un agente fissativo ad a indicare i limiti della tecnica, la frattura che spesso si apre tra idea e pratica, tra ambizione progettuale ed esito fattivo.


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 In ultimo la terza carta suggerisce il processo di analogia, lo sviluppo di un pensiero associativo che ha portato l'artista a modificare la destinazione d'uso della macchina di Babbage.


Orari di apertura dal martedì al sabato dalle 11 alle 19.30

web per PAOLO CHIASERA minini

Luca Francesconi vincitore del premio Illy Present Future ad ...

Capitoloprimo.it - ‎14/nov/2009‎
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ExibArt - ‎05/nov/2009‎
... da vertigine la sedia di Tomas Chaffe della Galleria Moot; Paolo Chiasera della Galleria Francesca Minini con PSM; Gintaras Didziapetris della Galleria ...




FRANCESCA MININI
VIA MASSIMIANO 25
I - 20134 MILANO

T  02 26924671


WWW.FRANCESCAMININI.IT
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Manifesta 7 Days: YONA FRIEDMAN, Cartoline postali Galleria ...

40 minuti fa
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Manifesta 7 Days - http://manifesta7.blogspot.com/



►  settembre (26)

The exhibition at the gallery the galleries, the first in a gallery of the great Italian architect Yona Friedman, a discussion is centered on the reading of the architectural space of two Italian cities, Venice and Brescia, which share a subtle connection of belonging to the same territory, although with different specificity. Yona Friedman's reflection starts from its central concept of Ville Spatiale developed in the fifties and, through several variations, arrives at a model of non-geometric Ville Spatiale, remade in the gallery.

His conception of architecture stems from the fact that it must be made by the inhabitants themselves and the architect can provide just some guidelines for their implementation. In this way the architecture, according to Friedman, produces communication even before producing architecture as the creation of architectural codes and finally buildings. In this sense, his conception of architecture is tangential to the art. In his work, art and architecture become one way to build a dimension of communication between people that goes beyond any distinction between the two arts, creating a new territory beyond any possible specialization.

Postcards are images of the cities of Venice and Brescia, where Friedman has intervened with its architecture, declined according to the central idea of the Ville Spatiale. They will together provide an understanding of architecture and a vision in which the daily life of people is inseparable from the aesthetic representation.
The experimental nature of Friedman's work is the fact with an understanding of many areas: theory (from biology to cybernetics, anthropology, psychology and the humanities in general), art, architecture, animation. This broadening of horizons arises from the need to build a more modern vision of modernity. "After the Second World War - says Friedman - we had no option but to build something new." However, his idea of modernity is not something abstract, requiring the inhabitants of the modern city, but an idea that reuses the existing and takes into account the wishes of its inhabitants. Instead of creating iconic buildings like many contemporary architects, the architectural vision of Friedman falls within the daily life of the inhabitants, take account of their needs, providing the tools to build the micro-individual visions. In his view this is much closer to the mechanisms that govern the lives of contemporary Asian cities, which is also the great relevance of his work in the contemporary scene.

In the exhibition at the Gallery the galleries, the artist has a large installation space in the main picture-postcard of Brescia and Venice, some animation and a model of the Liberty Bridge in Venice.

Preparation of the exhibition curated by Maria Pesavento and Gabriele Maria Gallo.

Films Points of View and The making of Yona Friedman are played by Fabrice Luchini for ARTE TV. An Utopia City is written by Yona Friedman, directed by Emmanuel Bellegarde and played by Michael Lonsdale (Canal + France). For all the film  Premiere Heure. Thanks Claire Marquet.
The artist constructs the show from a reflection on the work of British philosopher and mathematician Charles Babbage, the first to design a programmable computer brass. Babbage was inspired for his car for the calculation, the loom by Joseph Marie Jacquard, adapting the punch cards used in textile production. Chiasera enhances the creative process of slippage that has seen Babbage change the design of Jacquard, rebuilding the machinery of the English mathematician and transforming it into an instrument for the amplification of music. The structure is made of wood and a digital sound system allows it to become a sounding board. The potential for calculating desired by Babbage is translated into musical potential. The machine spreads in space a wistful melody that evokes the sound of a carillon, the piece is composed by Andrew Porter and performed by pianist Andrea Lucchesini. ll try to Charles Babbage failed to build a car for the calculation becomes the opening words of imaginative process of making Chiasera imperfection, error, a fundamental moment for the sviliuppo of the draft shows. The error is a constitutive, generative work, the creative process seems to eat constantly to his own ruin. And 'the imperfection of the Babbage machine, in the draft of the artist, to lay the foundations of his poetry derives. By showing the car is positioned in the second exhibition space in the front room while a series of works suggest to the visitor the evolution of the project highlighting some fundamental aspects. At the center of the space we find the measure of error, a window that collects the waste, errors, false leads that have characterized the development of research. This is a meter of ash produced by combustion of waste and design a book documenting them photographically. The walls of the three works on paper Hybris represent parts of the Babbage machine and set a path toward the morphological characteristics and structural functional machines to its conceptual slippage. On the wall opposite the works Identity Approach to emphasize 3 key aspects of project development: dispersion, implosion and analogy. The forest evokes the dispersion, a disorientation that can cause a momentary loss of direction but often enhances the detection of unexpected stimuli, the second by the nuclear explosion in 15 photos undergoes a paradoxical process of implosion, the gradual erosion of the image because of a fixative agent to indicate the limits of the technique, the fracture that often opens between idea and practice, between ambition and outcome planning done. Finally the third paper suggests the process of analogy, the development of associative thinking that led the artist to alter the intended use of the machine of Babbage.


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da Francesco Bonazzi -Vr-

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